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Branding: Toyota diventa un’azienda di mobilità

Il branding è un concetto tanto importante quanto astratto nelle percezioni di molti professionisti e imprenditori. Per renderlo più concreto, potresti provare a rispondere alla seguente domanda. Dal punto di vista professionale qual è la promessa che fai al tuo interlocutore nel momento in cui lo intercetti?

Se ti sei posto questo interrogativo, o se vuoi verificare la solidità della tua risposta, sei nel posto giusto.

In questo articolo, infatti, parleremo di come la multinazionale giapponese Toyota abbiamo portato avanti un processo di riposizionamento, mirato a produrre valore e mantenersi riconoscibile presso il suo pubblico. Lo faremo analizzando uno spot lanciato recentemente.

Mi chiederai: perché ne parliamo nel blog di una software house come ELbuild? Perché crediamo possa essere fonte di ispirazione sia per chi è all’inizio di un’avventura imprenditoriale, sia per chi si sta interrogando sul proprio futuro ed è alla ricerca di qualche esperienza che possa fungere da stimolo ed esempio.

Attraverso Toyota torniamo cioè a parlare di branding e trasformazione digitale.

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Toyota: non solo veicoli

Iniziamo questa riflessione con tre fatti.

Uno: Toyota nasce come ‘spin-off’ di un’azienda produttrice di telai tessili e nel 1937 diventa una società indipendente, attiva nella produzione di vetture.

Due: dalle prime automobili messe sul mercato, la multinazionale giapponese arriva rapidamente ad occupare una posizione rilevante nel settore, anche grazie alla sua vocazione innovativa. Sua la produzione della Prius, prima auto ibrida-elettrica immessa nel mercato nel 1997, e di Mirai, la prima berlina fuel cell a idrogeno nel 2014.

Tre: lo scorso anno Toyota ha venduto poco meno di 2,5 milioni di veicoli in America, confermandosi per il quinto anno consecutivo tra i marchi automobilistici leader nelle vendite.

Come si è arrivati dal primo all’ultimo di questi fatti? Anche attraverso una strategia di branding ben strutturata, portata avanti in modo esemplare e coerente.

Auto di qualità, affidabili, sicure e innovative. Questa la promessa di Toyota al pubblico. Talmente radicata nelle percezioni diffuse e così ben onorata che, con molta probabilità, si rivolgerà alla multinazionale giapponese chi in un’automobile cercherà serietà, pragmatismo e ‘avanguardia’. Altrettanto probabilmente non lo farà chi privilegerà lo stile e il divertimento.

Branding Toyota: dai veicoli alla mobilità

Proprio perché nel DNA di Toyota c’è il desiderio e la voglia di innovare, poteva la casa automobilistica limitarsi a proporsi come tale?

Guardando lo spot ‘Mobility for All’ – parte dell’iniziativa corporate mondiale ‘Start Your Impossible’ – troviamo la risposta.

La prima cosa che colpisce è come nel video si vedano pochissime macchine. Compaiono piuttosto strumenti futuristici che sembrano avere funzionalità digitali integrate. Grazie a questi, gli uomini e le donne protagonisti dello spot fanno qualcosa di diverso dal guidare lungo la strada. Sembrano fare qualcosa di più importante, vitale e desiderato.

L’attenzione di chi guarda, infatti, non va sugli oggetti rappresentati. Certo, catturano l’attenzione per le loro forme non convenzionali. Ma non viene da chiedersi immediatamente se essi siano o meno in commercio. Nè si percepisce alcuna spinta volontà di vendita. Piuttosto lo spettatore si sente rapito da una palpabile tensione verso la conquista di libertà. Ed è proprio questa la sfida di Toyota.

Con questo spot la multinazionale giapponese ci sta dicendo: non produco autoveicoli; produco mezzi grazie ai quali le persone possono spostarsi. Qualunque cosa facciano, in qualsiasi parte del mondo ed a prescindere dai loro limiti.

Toyota aiuta a conquistare la libertà di movimento.

È tra i protagonisti della sfida per la costruzione di una società sostenibile, in cui ciascuno riesca ad affrontare i propri limiti anche grazie a nuovi sistemi di trasporto.

Toyota: mobilità è sport

All’interno di questo processo di nuovo posizionamento del brand, ben si capisce come sia strategica la decisione di Toyota di sponsorizzare i Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020

La correlazione tra le idee di mobilità e sfida con quella di sport è immediata.

Il grande evento sportivo internazionale è, infatti, l’occasione perfetta per far sì che il pubblico percepisca come strettamente legati lo spirito dell’azienda e quello sportivo degli atleti. Come loro, Toyota vuole rappresentarsi alla continua rincorsa di record e vittorie per sconfiggere i propri limiti e rendere possibile quello che pensava impossibile.

Ed eccoci tornati al punto di partenza. Con queste scelte e queste iniziative Toyota sta portando avanti un processo di ridefinizione del suo posizionamento, connaturato alla sua identità. Ricordi? L’innovazione come uno degli assi portanti della brand promise.

Non solo, la scelta di rappresentarsi non tanto come una casa automobilistica, ma come una realtà imprenditoriale impegnata nel cambiare le modalità di movimento, al passo con un mondo sempre più digitalizzato, è anche una necessità imprenditoriale per continuare ad esercitare la sua leadership nel settore.

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Conclusioni

Il caso di Toyota è emblematico. La multinazionale ha compreso lo scenario sociale, politico ed economico del contesto in cui opera. Sulla base di questo, ha deciso di occupare uno spazio mentale e commerciale diverso dal passato, conservando però l’autenticità della sua identità.

È  sicuramente una scelta di avanguardia, soprattutto se pensiamo che in un prossimo futuro le nostre auto non avranno bisogno di essere guidate. Quel giorno sarà tutta questione di mobilità.

Ecco perché Toyota sta andando oltre sé stessa, presidiando già oggi uno spazio di futuro.

E tu, cosa vuoi fare?

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