Ti ricordi di quando ho parlato della differenza tra applicazioni native ed applicazioni ibride? In quel contributo ho provato ad analizzare i vantaggi che un’azienda avrebbe avuto dallo sviluppo di una app mobile e a guidarla nella scelta dell’una o dell’altra.
Oggi, però, vorrei soffermarmi a riflettere su come un certo tipo di app mobile siano utili per gli individui. In modo particolare per quelli che hanno subito traumi cerebrali. Per farlo traduco un articolo tratto da The Conversation (se vuoi leggerlo in lingua originale vai qui).
L’autrice, Dana Wong, è professore in Neuropsicologia Clinica della Monash University. Racconta gli esiti delle sue due ricerche finalizzate a verificare se esista un fondamento scientifico nel sostenere che la tecnologia peggiori le nostre performance cerebrali e la nostra capacità di ricordare.
Per riuscire nell’intento la professoressa Wong ha preso due campioni di persone. Uno con individui affetti da lesioni cerebrali, l’altro con soggetti sani. Leggiamo assieme.
Le applicazioni smartphone possono essere strumenti di memoria sia per le persone con lesioni cerebrali che per le persone sane
Le applicazioni smartphone ci permettono di esternalizzare alcune funzioni, di fare in modo che siano loro a ricordarci gli appuntamenti o le prossime attività da fare. Per questo è diventata una preoccupazione comune che, usando la tecnologia, la capacità di memoria del nostro cervello peggiori, ma la realtà non è così semplice.
Infatti, queste piattaforme possono essere utili, non solo per le persone con problemi di memoria, ma anche per la popolazione generale.
Abbiamo deciso di esplorare il potenziale degli smartphone come aiuti alla memoria, conducendo due studi ed analizzando come le persone con lesioni cerebrali traumatiche e quelle con ictus utilizzano il mobile.
Per lo studio sulle persone colpite da traumi cerebrali abbiamo analizzato 29 persone con lesioni e 33 persone sane. Per lo studio sull’ictus abbiamo esaminato 29 partecipanti colpiti da questa malattia e 29 senza storia di condizioni traumatiche neurologiche.
Abbiamo scoperto che le applicazioni di memoria come i calendari possono essere utili per le persone con lesioni cerebrali. E sebbene il nostro campione fosse piccolo, abbiamo riscontrato l’inesistenza di correlazione tra l’utilizzo della app e la capacità di memoria nelle persone sane.
Questa scoperta richiede ulteriori analisi, ma contrasta l’idea che l’utilizzo di app mobile renda il nostro cervello pigro. Piuttosto, tali applicazioni possono liberare la nostra mente per consentirle di concentrarsi su altre cose, senza utilizzare energie mentali utili per ciò che deve essere ricordato.
Una lesione cerebrale come influenza la memoria?
Le difficoltà di memoria sono comuni dopo aver subito lesioni cerebrali, come nel caso dell’infarto. I problemi quotidiani includono dimenticare appuntamenti, nomi e dettagli, perdere traccia di conversazioni e smarrire oggetti personali.
La ricerca sulla riabilitazione della memoria sostiene che vengano impiegate strategie compensative dopo che è stata subita una lesione cerebrale. Tra queste vi sono quelle interne – o mentali – come la prova di un discorso e quelle esterne, come l’uso di calendari, elenchi, note, sveglie e foto.
Tradizionalmente, gli aiuti di memoria esterni sono in formato cartaceo, come i diari e i blocchi per le annotazioni. E’ evidente che siano ingombranti e possano essere facilmente persi. La ricerca mostra che i primi ausili tecnologici come i cerca persone e gli assistenti digitali personali sono stati utili nel portare un miglioramento delle funzioni mnemoniche. Tuttavia molte persone con lesioni cerebrali non vi hanno preso confidenza e li hanno trovati difficili da utilizzare.
Gli smartphone superano le limitazioni dei dispositivi precedenti. Sono familiari alla maggior parte delle persone, almeno nel mondo sviluppato, e sono facilmente portabili.
Gli smartphone sono utili aiuti di memoria?
In entrambi gli studi abbiamo scoperto che la maggior parte delle persone sia con che senza lesioni cerebrali utilizzava smartphone per tre ragioni principali: per comunicare, per aiutare la memoria e per accedere ad Internet.
Quando è stato chiesto loro quale fosse il maggior beneficio dell’uso di uno smartphone, gli utenti con lesioni cerebrali e ictus hanno spesso citato la sua utilità come un aiuto alla memoria. Al contrario le persone senza storia di traumi al cervello hanno elencato come principali vantaggi la portabilità, la convenienza e l’accesso a Internet.
Le applicazioni di memoria utilizzate più frequentemente dai partecipanti con lesioni cerebrali e infarto erano calendari, allarmi, elenchi di contatti, messaggi di testo di promemoria, note, fotocamera e elenchi di lavoro. Queste applicazioni aiutano l’utente a ricordare gli appuntamenti, le attività, i dettagli e le posizioni, senza contare sulla capacità di memoria interna.
Abbiamo riscontrato che, sia per le persone con lesioni cerebrali che per quelle senza, non esisteva alcuna relazione tra l’utilizzo di applicazioni di memoria e le prestazioni su test di memoria oggettivi, in cui veniva richiesto di richiamare un elenco di parole. Ciò suggerisce che affidarsi alle app di memoria non influenzerebbe la capacità intrinseca di quest’ultima.
Questo risultato è stato importante per contrastare la paura espressa da alcuni sopravvissuti a lesioni cerebrali e ictus. Temevano che usando un aiuto di memoria la loro capacità di memoria potesse peggiorare. Proprio come accade quando si utilizza una sedia a rotelle: può rendere i muscoli delle gambe più deboli.
I nostri risultati indicano che questa idea non si applica alla memoria del nostro campione. Piuttosto, gli aiuti di memoria forniti da app mobile sono un valido supporto per le persone che lottano per ricordare. L’impiego di applicazioni sui loro smartphone sostiene il loro cervello senza causare ulteriori danni.
Per i sopravvissuti ad ictus, anche l’uso più frequente di applicazioni di memoria sembra essere associato a una maggiore produttività, misurata dal loro impegno nel lavoro, nello studio e nelle attività di volontariato. Ciò potrebbe significare che l’utilizzo di app di memoria li ha resi più produttivi supportandoli a ricordare e organizzare le attività.
Quali sono le barriere all’uso delle applicazioni di memoria?
In entrambi gli studi abbiamo riscontrato che i partecipanti più giovani avevano maggiore facilità nell’utilizzare smartphone. Al contrario gli adulti più anziani richiedevano un maggiore supporto nell’utilizzo.
I sopravvissuti alle lesioni cerebrali e all’ictus avevano maggiori difficoltà ad imparare ad usare il loro smartphone e preferivano che gli fosse mostrato direttamente come fare, piuttosto che imparare con tentativi ed errori. I sopravvissuti ad ictus con sintomi motori (fisici) utilizzavano meno frequentemente le applicazioni di memoria.
Per fare in modo che gli utenti con lesioni cerebrali possano trarre maggiori benefici dall’uso di applicazioni di memoria presenti negli smartphone, ora dobbiamo studiare come aiutarli a ridurre le difficoltà di apprendimento d’uso.
La nostra ricerca futura mira a elaborare i metodi più efficaci per insegnare applicazioni di memoria smartphone a persone con problemi di memoria.