La tua azienda vuole sviluppare un’applicazione, ma non sa quale scegliere tra nativa e ibrida. Per non sbagliare deve prima mettere a fuoco la sua strategia digitale in relazione anche alla disponibilità di risorse. Poi deve calare questi fattori nel contesto delle nuove tendenze in fatto di media. Infine, deve valutare le caratteristiche di questi due tipi di app.
Hai fretta di iniziare anche in un mercato piccolo? Vai con l’ibrido: costi di sviluppo minori, più veloce (iniziale) penetrazione del mercato, un solo codice per più piattaforme ed accesso a funzioni del dispositivo mobile tramite plug in.
Disponibilità di tempo e azienda fortemente cliente-centrica? Opta per il nativo: l’applicazione oltre ad essere disponibile in modalità offline sarà più sicura, garantirà migliori esperienza d’uso e performance.
(Tempo di lettura 13 min.)
Differenza tra applicazioni native e ibride
A dieci anni dal rilascio del primo iPhone sapreste immaginare un mondo senza smartphone e applicazioni? Molto probabilmente no. E nemmeno le aziende che hanno sempre più bisogno di conoscere meglio i propri clienti per perfezionare prodotti e strategie di vendita.
Quale migliore strumento di una app? I nostri smartphone sono infatti sempre con noi!
Prima di aiutarti a capire se per te e la tua azienda sia meglio sviluppare un’applicazione nativa o ibrida, cerchiamo di definire in modo semplice cosa sia l’una e cosa sia l’altra, delineandone alcune caratteristiche.
Un’applicazione nativa è un’applicazione per smartphone sviluppata appositamente per un sistema operativo mobile, seguendo quindi le linee guida di quello ed uno specifico linguaggio di programmazione (ad esempio Objective-C o Swift per iOS, Java per Android).
Visto che è creata seguendo direttive ben precise di un ecosistema maturo (ad esempio: intestazione sinistra allineata su Android; intestazione centralizzata in iOS etc etc), non solo è più veloce, ma è anche ‘giusta’. Ha, cioè, un aspetto omogeneo con la maggior parte delle altre applicazioni native sul dispositivo mobile. Pertanto, l’utente con molta probabilità imparerà a navigarla e utilizzarla più velocemente.
L’applicazione nativa ha poi il notevole vantaggio di poter accedere facilmente ed utilizzare le funzionalità incorporate nel dispositivo dell’utente (ad esempio, GPS, rubrica, fotocamera, etc.).
Quando invii messaggi di testo tramite l’applicazione predefinita sul tuo smartphone, oppure quando utilizzi il promemoria o ascolti la musica tramite il player pre-impostato, stai utilizzando applicazioni native.
Un’applicazione ibrida è, invece, un sito web confezionato in un involucro nativo. Che significa? Che sembra nativa, ma in definitiva al di fuori del suo quadro di base (generalmente limitato ai controlli/elementi di navigazione) è alimentata da un sito web.
Fondamentalmente, è un’ applicazione web creata utilizzando HTML5 e JavaScript, avvolta in un contenitore nativo che carica la maggior parte delle informazioni sulla pagina mentre l’utente naviga nell’applicazione (le app native, invece, scaricano la maggior parte dei contenuti quando l’utente le installa per la prima volta).
Esempi comuni di applicazioni ibride sono: Facebook, Twitter, Instagram e quelle che usiamo per il mobile banking.
Esperienza dell’utente first!
Vista la differenza base tra applicazioni native e ibride, il primo fattore da considerare per scegliere tra le due è l’esperienza dell’utente.
Il tuo cliente entrerà in contatto con la tua azienda tramite l’app; quindi, a prescindere da quali siano il tuo business e le tue esigenze, sicuramente dovrai preoccuparti di fare buona impressione.
Come riuscirci? Nel pensare allo sviluppo dell’applicazione chiediti: “Come faccio a consentire al mio utente di eseguire un’attività senza neanche dargli modo di pensare di essere in una nuova applicazione?”
Già, perché la psicologia di un utente mobile è semplice. Una volta che ha imparato ad utilizzare il suo dispositivo vuole continuare ad impiegarlo come già sa fare. In più vuole usare le applicazioni nel modo in cui crede che funzionino tutte quelle scaricate, sia dal un punto di vista della navigazione che dell’interazione.
Si aspetta inoltre reattività e affidabilità: ovvero la capacità dello strumento di dare risposte adeguate alle proprie domande nel minor tempo possibile.
Una recente ricerca dal titolo ‘Mobile Apps: What Consumers Really Need and Want’ dice che ben il 92% dei clienti potrebbe avere una reazione negativa di fronte ad un’applicazione caratterizzata da una cattiva esperienza d’uso (nell’infografica sono riassunte le principali tipologie di reazioni).
Nella stessa si legge, inoltre, che mentre il 79% dei consumatori sarebbe disposto a riprovare un’applicazione mobile solo una o due volte se non avesse funzionato la prima, solo il 16% lo farebbe di fronte a due malfunzionamenti.
Questo significa che qualora mettessi sul mercato un’applicazione mobile con una cattiva esperienza d’uso potresti scoraggiare il pubblico ad utilizzarla, quindi potresti non avere una seconda chance.
L’esperienza dell’utente è migliore nelle app native o in quelle ibride?
A questo punto la domanda sorge spontanea e ti aiutiamo a rispondere.
È noto che, proprio per come sono fatte le applicazioni ibride, non funzionano bene come quelle native. Quest’ultime, infatti, sono progettate per un sistema operativo specifico, mentre quelle sono piattaforma-agnostiche. Questo vuol dire che sono create con un solo codice e rilasciate su più piattaforme. L’interfaccia utente è unica.
Pertanto le applicazioni ibride sono: più facili da creare; richiedono meno tempo per andare sul mercato e mantengono una sola base di codice.
Il compromesso è, però, l’esperienza dell’utente. Anche il migliore specialista di UX e UI non può realmente creare un’applicazione ibrida capace di soddisfare gli utenti di iPhone e allo stesso tempo quelli Android. Le linee guida di stile delle due piattaforme sono semplicemente troppo diverse.
Quindi, se scegli per il tuo business un’app ibrida, devi essere consapevole del fatto che l’esperienza d’uso del tuo utente probabilmente ne risentirà.
Parliamo anche di prestazioni
Le applicazioni native, proprio per il loro DNA, oltre a garantire una migliore esperienza d’uso all’utente, forniscono anche migliori prestazioni, perché sono più veloci e affidabili grazie al loro design.
Quando gli utenti navigano in un’applicazione mobile nativa, infatti, i contenuti, la struttura e gli elementi visivi sono già sul loro telefono, disponibili per il caricamento istantaneo e forniscono un’esperienza senza soluzione di continuità.
Al contrario, un’applicazione ibrida ha solo un involucro scaricato sul telefono della persona (che può, o non può, contenere tutti gli elementi di navigazione) con la maggior parte dei dati caricati dal server. Quindi due problemi potrebbero impattare sulle performance complessive delle ibride: il numero di richieste contemporanee al server e il bilanciamento del carico di richieste.
Fretta o non fretta di andare sul mercato?
Al di là delle caratteristiche proprie delle applicazioni native e di quelle ibride, se stai pensando a quale far sviluppare per la tua azienda, non ti dimenticare di considerare la variabile tempo.
Quanto può attendere la tua azienda per uscire sul mercato con la sua applicazione? Se non ha urgenza, sicuramente un approccio nativo ha più senso.
Se, invece, ce l’ha, l’applicazione ibrida può essere un’alternativa valida, perché richiede meno tempo per essere realizzata (una sola base di codice per più piattaforme, ricordi?).
Tieni presente, però, che i tuoi utenti si aspetteranno una grande esperienza utente, oltre che una buona velocità – caratteristiche che, come abbiamo avuto modo di accennare, connotano più le app native rispetto a quelle ibride.
A loro non importerà quale ragione ti abbia portato verso l’uno o l’altro tipo; loro non sapranno quali e quanti sforzi stanno dietro quell’applicazione. La apriranno e si aspetteranno che sia intuitiva e sensibile in termini di velocità.
Il tempo dell’utente: gli aggiornamenti delle app
Ma non è solo il tuo tempo che conta. Che dire di quello che l’utente dovrà dedicare alla gestione della tua applicazione?
Mentre per le app native l’utente deve effettuare un aggiornamento per vedere le modifiche, per le ibride questa operazione non è necessaria. Se l’aggiornamento si trova in una pagina caricata dal server, mentre l’utente naviga attraverso l’app, lo vede immediatamente. L’aggiornamento di una app ibrida è necessario solo quando vengono aggiunte funzionalità completamente nuove che modificano drasticamente l’esperienza utente.
Quindi lo sforzo richiesto all’utilizzatore finale è maggiore per le applicazioni native. Tuttavia, la gran parte delle persone imposta update automatici delle app quando ha il telefono collegato in wi-fi. Quindi questo aspetto potrebbe essere non così rilevante.
Ma è così per tutti? No, ed è bene considerarlo. Nessuna azienda vuole esasperare il proprio cliente facendogli aggiornare l’applicazione ogni mese o quasi – rischierebbe di fargli disinstallare l’app!
Tiriamo le somme sull’ibrido
Le caratteristiche delle applicazioni ibride più appetibili per le aziende sono quindi le seguenti:
- base di codice univoca su più piattaforme
- aggiornamenti non necessari per modifiche non sostanziali
- sviluppo API non necessario poiché tutto è gestito tramite il web
Creando un unico codice sorgente che alimenta l’applicazione sulle due piattaforme dominanti (iOS e Android), un’azienda risparmia tempo e denaro.
Inoltre, a seconda della complessità dell’app, il mantenimento di un codice sorgente è molto più semplice. Le nuove funzionalità sono infatti anche più facili da sviluppare e implementare.
Al contrario, le correzioni di bug sono piattaforma-agnostiche e possono essere fatte e rilasciate facilmente in fase di produzione.
Infine, le applicazioni ibride, vengono distribuite attraverso l’app store come le altre. L’utente quindi non percepirà nessuna differenza.
Tuttavia, ci sono anche altre limitazioni da considerare. Le applicazioni ibride non supportano la modalità offline. Se qualcuno tenta di accedervi in un’area con scarsa ricezione (l’aereo ad esempio), non potrà farlo. Inoltre, se l’azienda ha bisogno che l’applicazione acceda a funzionalità specifiche del dispositivo (GPS ad esempio), questo potrebbe non essere possibile. Oppure esserlo solo a un costo di sviluppo rilevante.
Quando optare per applicazioni ibride
Se sei nella situazione riassunta qui sotto, le applicazioni ibride sono la soluzione giusta per te e la tua azienda. Ricordati, però, di farti mettere a conoscenza dei compromessi richiesti.
- hai urgenza di sviluppare un’applicazione mobile
- desideri testarla all’interno di un piccolo mercato privato per capirne la sua vitalità
- vuoi andare velocemente sul mercato per collegarti ai tuoi clienti reali e potenziali
- ti aspetti di apprendere via via dalle analisi qualcosa sui tuoi clienti, mentre potenzialmente arrivi al 90% del totale (cioè la quota di mercato combinata degli utenti iOS e Android).
Se il test con l’applicazione ibrida funziona, ti suggeriamo di spostarla appena possibile in nativo e mostrarla poi al mondo. Se non funziona, avrai risparmiato tempo e denaro.
Hai davvero bisogno di creare un’applicazione per lavorare subito su entrambe le piattaforme?
Arrivato qui penserai che l’ibrido può far al caso tuo. Ti sei, però, chiesto se per te è importante predisporre subito l’applicazione sia per Android e che per iOS?
Certo, ci sono vantaggi di essere su entrambe le piattaforme, ma ne hai veramente bisogno?
Prendiamo ad esempio Instagram. Ha impiegato due anni per sviluppare una versione Android. Se ha potuto attendere Instagram forse anche tu puoi…
In conclusione
Quando un’azienda sceglie un’applicazione ibrida, forse spende meno e va prima sul mercato, ma corre dei rischi. Rischia di trascorrere più tempo a modificarla, a causa di reclami degli utenti per aspetti di interfaccia o prestazioni.
Invece, l’azienda che opta per un’app nativa forse fa un investimento iniziale più elevato. Tuttavia, nel lungo periodo risparmia tempo e denaro. Inoltre, offre una grande esperienza utente e un’applicazione standard nell’industria del settore.
Ogni approccio ha i suoi pro e contro, ma alla fine un approccio nativo ha dei vantaggi molto forti.
Se hai bisogno di altre informazioni, puoi contattare ELbuild. Il team sarà lieto di ascoltarti per consigliarti al meglio.